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Novembre

Sii semplice e retto

Il divino Maestro, inviando gli Apostoli a predicare il Vangelo per tutto il mondo, raccomandò loro in modo speciale la virtù della semplicità, come una delle più importanti e necessarie per attirare su di essi le grazie del cielo, e disporre i cuori ad ascoltarli.

Durante la Sua vita mortale, si circondò di anime semplici, e preferì stare sempre con esse: lo dimostrano la scelta che Egli fece degli Apostoli e tra gli stessi Apostoli, e le lodi che tante volte tessé di questa virtù e di coloro che ne erano adorni; anzi, per far conoscere quanto essa gli fosse cara, rivolse al Padre Suo questa preghiera: “Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto il senso e lo spirito della Tua dottrina ai saggi e prudenti, e l’hai rivelato ai piccoli e semplici” (Mt 11,25; Lc 10,21).

Dio infatti ama conversare con le anime semplici, ed è con esse in segreta intimità: “Et cum simplicibus sermocinatio eius” (Prov 3,32).

I santi, tutti senza eccezione, hanno avuto grande stima della semplicità, considerandola come una virtù quanto mai amabile, perché conduce per via diretta al regno di Dio.

  1. Francesco di Sales ne era pienamente invaghito, e diceva: “È vero che il Vangelo ci raccomanda e la semplicità della colomba e la prudenza del serpente, ma io darei cento serpenti per una colomba. So bene che sono utili ambedue, quando vanno unite insieme; mi pare però che si debba fare come nella composizione della teriaca, nella quale si mette poco della vipera, ma molto d’altre salutevoli droghe”.
    S. Vincenzo de’ Paoli, esortando i missionari di S. Lazzaro, diceva: “Iddio è un essere semplicissimo, che non ammette composizione alcuna. Se adunque desideriamo di renderci più che sia possibile simili a Lui, dobbiamo sforzarci di essere, per virtù, quel che Esso è per natura: cioè dobbiamo avere un cuore semplice, uno spirito semplice, un’intenzione semplice, e andare alla buona, senza finzioni e artifizi, mostrando sempre l’esteriore conforme all’interiore, e non rimirando mai altro, in tutte le nostre azioni, che Dio, al quale unicamente pretendiamo e desideriamo piacere”.

Semplicità e rettitudine, in certo senso, si equilibrano, perché chi è semplice, è nello stesso tempo retto. Sia l’una che l’altra virtù si riferiscono, in senso largo, al fine, all’intenzione, con la differenza che, mentre la rettitudine esclude ogni stortura, la semplicità esclude ogni aggiunta o mescolanza a ciò che consta di una cosa sola.

Le nostre azioni allora solo acquistano valore, quando hanno come unico obiettivo l’onore e la gloria di Dio.

Tutto il nostro profitto e la nostra perfezione stanno nelle opere che compiamo. Quanto queste saranno migliori e perfette, tanto migliori e perfetti saremo noi. Ora le opere nostre avranno in sé tanto più di bontà e di perfezione, quanto più retta e pura sarà la nostra intenzione, e più alto e perfetto il loro fine: perché è questo che dà vita alle opere, secondo il detto del Vangelo: “Lucerna del tuo corpo è il tuo occhio. Se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se è difettoso, anche il corpo sarà ottenebrato” (Mt 6, 22-23).

Per occhio s’intende l’intenzione, che riguarda e previene quello che si vuol fare; per corpo s’intende l’opera, che vien subito dopo l’intenzione. Perciò Gesù dice che quello che dà luce e splendore alle opere è l’intenzione. Cosicché, se il fine e l’intenzione dell’opera son buoni, anche questa sarà buona; se invece son cattivi, anche l’opera sarà cattiva; come l’albero, il quale sarà buono o cattivo, e produrrà frutti buoni o cattivi, secondo che la radice è buona o cattiva. Infatti, dice l’Apostolo: “Se la radice è santa, anche i rami saranno santi” (Rm 11,16).

La virtù della semplicità era, per dir così, l’abito usuale che il P. Giacomo non dismise mai, ma che brillava di tutto il suo modesto splendore, perché ne aveva una cura assidua e costante. In tutta la sua vita, egli non ebbe mai altra mira che la gloria di Dio e il bene del prossimo, e non badò mai ai propri interessi e bisogni; ma li lasciò, sempre, interamente nelle mani del Signore.

A questa stessa scuola, alla quale si era austeramente formato, educò i suoi figlioli, inculcando loro di tenersi in ogni istante alla divina presenza, e di far tutto per puro amore e gloria di Dio. Anzi l’espressione “Far tutto per puro amore e gloria di Dio” era uno dei tre punti della Regola, e costituiva con gli altri due: “Tener sempre la presenza di Dio; e vedere in tutti l’immagine di Dio”, il tema e la nota dominante di tutte le sue esortazioni.

A due sacerdoti, inviati da lui a tenere un corso d’esercizi spirituali, dava le seguenti norme sulla predicazione: “Le norme da osservare sono: la presenza di Dio e la contemplazione nel santo ritiro, evitando ogni motivo di svagamento… Avvivate la vostra fede: credidi, propter quod locuius sum. Fulminate il delitto, dipingetelo con tutti i caratteri del suo orrore, ma non scoraggiate il povero peccatore, che dovete sempre attirare con la vostra dolcezza e carità. Dilatate il cuore con la infinita misericordia di Dio, e fate sempre che la vostra mitezza e umiltà vi faccia degni ministri delle sue generose dispensazioni. Cercate sempre la Sua gloria e la salute delle anime, sempre nelle vie della carità, e il Signore darà i lumi opportuni per indirizzare i vostri passi… Seguite le norme degli Apostoli in tutto, con semplicità e ubbidienza, senza affettazione”.

E ad un altro, di famiglia nobile, il quale si preparava a far parte della Comunità dei Padri Missionari, ma che allora predicava il mese di maggio in una casa di Poveri, scriveva: “Ho lodato e ringraziato il Signore e la Mamma nostra Santissima per avere assistito e benedetto la S.V. nelle fatiche del Suo santo mese; per l’immenso bene operato nelle anime a Suo onore e gloria, e per averle dato, con questa occasione, la chiave della predicazione per la missione apostolica, a cui la S.V. è chiamata.

S’infervori sempre più, per la santa orazione, a cercare la salute delle anime per la pura gloria di Dio e dell’amabilissimo nostro Gesù, e opererà sempre un grandissimo bene. Quanto più si distrugge e sparisce il canonico Boscarini, nelle sue prediche, tanto più comparirà Gesù Cristo, e la di lui parola non resterà senza effetto”.

Apprezza anche tu questa virtù: sii semplice e retto, ed entrerai in familiarità col Signore, il quale ama i semplici di cuore e dà loro l’intelligenza delle Sue verità.

I brani seguenti ti mettono su questa via.

 

 

 

 

– 1 –

Figlioli, ascoltate i consigli di chi vi ama veramente per amor di Gesù. Siate semplici e sinceri in tutto; tenetevi costantemente alla presenza del Signore e fate che i Superiori, che devono guidarvi, vi vedano quali siete dinanzi a Dio, ritenendo per certo che, quanto è da voi occultato ad essi, reca grave danno all’anima vostra, perché occulta a voi la presenza di Dio. Per conseguenza, essendosi allontanato da voi il Suo santo lume, non riuscite più a esaminare la vostra coscienza; non conoscendo voi stessi, divenite freddi e indifferenti; a poco a poco, perdete lo spirito e la grazia del Signore; le trasgressione della Sua divina legge non vi recano più dolore e impressione; e, quel c’è peggio, accade a voi quel che accadeva al popolo ebreo il quale, potendo saziarsi della manna che cadeva dal cielo, ne aveva nausea e desiderava le cipolle d’Egitto, mentre mormorava contro Dio e contro Mosè, che l’avevano sottratto alla schiavitù.

 

– 2 –

Tale son io quale son dinanzi a Dio! Con questa sincerità e semplicità dobbiamo star sempre dinanzi ai superiori, perché possano guidarci all’eterna vita.
Se cerchiamo veramente la gloria di Dio e la salute delle anime, dobbiamo dir le cose come le sentiamo in coscienza, sottomettendoci poi, con animo lieto, a quello che l’ubbidienza decide.

 

– 3 –

Figlioli, io vi voglio santi, e questo vuole anche Dio da voi; però le vie del Signore sono arcane e imperscrutabili, e noi non possiamo far altro che seguirle fedelmente.
Fatevi animo e non temete di nulla; operate rettamente per Gesù Cristo, vita nostra, e raccoglierete la palma.

 

– 4 –

Il Signore ci vuole come bambini per la semplicità, l’innocenza e l’ubbidienza; ma del resto bisogna crescere sempre nella virtù per poter piacere a Lui.
Chi non progredisce nelle vie del Signore è retrogrado.

 

– 5 –

Rendete sempre più pure le vostre intenzioni nel divino servizio, e distruggete ogni tarlo che viene dall’amor proprio, dalla gelosia, dall’emulazione e dall’interesse. Siate lieti di poter dar la vita e impiegar le forze nel santo servizio di Dio.
Fortunate le anime che calcolano questa vita come un viaggio verso l’eternità, e non fermano qui la loro stanza, ma si preparano e s’affaticano per formarsela nell’eternità.

 

– 6 –

Bisogna aver grande animo per camminare nelle vie di Dio. Chi si affida senza esitazione e pusillanimità a Lui, cercando la Sua gloria, non avrà mai nulla a temere, poiché Dio sarà la sua protezione eterna, e in qualunque evento avrà raggiunto il vanto della sua retta intenzione, la quale costituisce il merito delle buone opere.

 

– 7 –

Amiamo il Signore e facciamo di tutto perché Egli sia glorificato nella nostra miseria. Procuriamo di mostrare la nostra fedeltà e la nostra gratitudine verso un Dio tanto buono, che tutto pensa e dispone per il nostro meglio, e che tutto pensa e dispone per il nostro meglio, e che ha immolato la Sua stessa vita per la nostra salute.
Avviciniamoci al banchetto delle Sue carni immacolate, che sono pane di vita eterna.

 

– 8 –

Scordiamoci delle creature per pensare a Lui solo, e così muterà il nostro cuore e si rinnovelleranno le nostre tendenze. Diciamogli con sincera umiltà e filiale abbandono: “Dio mio, Voi siete tutto per me! Non voglio altro che Voi solo; e, per posseder Voi solo, rinunzio ogni cosa. Vi dono l’anima, il corpo, le potenze e i sensi miei. Vi desidero in ogni istante della mia vita, e, per possedervi un momento solo, mi contenterei di perdere tutto. Fiat, fiat, fiat!”

 

– 9 –

La perfezione cristiana sta nel viver la vita che Gesù venne stabilire sulla terra (col Suo esempio). Essa fu veramente praticata dai primi credenti, i quali, senza essere monaci o monache, davano tutto ai Poveri o alla Chiesa, vivevano in comune, affidandosi alla Provvidenza, e avevano come case le catacombe e come morte il martirio.
Tutta la vita cristiana si riduce nel dare a Dio la nostra volontà, e nel fare in tutto l’adorabilissima volontà di Lui, seguendo l’ubbidienza, senza mischiare le proprie inclinazioni e la propria volontà in cosa alcuna, anche se sembri buona e di gloria di Dio, perché, fuori dell’ubbidienza, non si trova affatto la perfezione.

 

– 10 –

Operiamo sempre con retta intenzione in tutte le cose, e, quando il Signore le volge a buon fine, cooperiamo con la nostra sincera corrispondenza, cui stanno legati tutti i beni che speriamo da Dio, i quali potrebbero andar perduti, se seguissimo il nostro amor proprio, invece di cercare solo la gloria di Dio e la salute delle anime, con la nostra perfetta abnegazione.

 

– 11 –

Il Signore ci ama tanto! Egli vuol che si viva sereni, contenti e fermi nella Sua adorabile volontà, staccati da tutti gli affetti terreni e legati agli affetti celesti, per poter riempire il nostro cuore della Sua carità, che deve informare ogni nostro pensiero e ogni nostra azione.

 

– 12 –

Operiamo con amore verace, con rettitudine e semplicità, e il Signore ci darà larghissima benedizione, e ci santificheremo … Bisogna però spogliarci di tutte le cose nostre e di noi stessi, per seguire Gesù, con la croce sulle spalle, calcando le Sue orme insanguinate. Solo così potremo gustare la dolcezza, che ci viene dalla santa unione con Lui.

 

– 13 –

Che importa soffrire un po’ più o un po’meno, quando Dio è glorificato dalla nostra retta intenzione di piacere a Lui, e dall’ardente desiderio di guadagnar le anime, che Egli ha ricomprato col Suo preziosissimo sangue?
Lo spirito del Signore non è né tuono né fulmine, ma aura di zefiro soave, che fa dolce il dolore, desiderabile la Croce e Paradiso completo il volere Suo santo e santificante.

 

– 14 –

Gesù resta maggiormente contento, quando operiamo più per contentarlo che per esser contentati. Non badiamo quindi a noi stessi, allorché si tratta di servire il Signore, il quale certamente ci aiuterà, se agiremo con rettitudine di coscienza, tenendoci sempre nella sua santa obbedienza.
Chi non consegue la propria eterna salute, deve ascriverlo a sua esclusiva colpa, perché Gesù, col Suo esempio e la Sua grazia, ce ne ha reso così facile la via, che bisogna lavorare di più per dannarsi che per salvarsi.
Coloro che mettono la loro cooperazione non a seguire, ma a disperdere i divini insegnamenti e le ispirazioni della grazia, non si emendano mai…

 

– 15 –

Gesù Cristo, per la gloriosa risurrezione, dopo la Sua dolorosissima passione e morte, ha reintegrato l’anima nostra nell’antica dignità, in cui era costituita per l’innocenza del nostro primo parente, e l’ha divinizzata, dandole la possibilità di partecipare alla Sua gloria e alla Sua eterna beatitudine.
Perché dunque perder tempo in vani discorsi e ridicole dicerie? perché non profittare di tutti i momenti per spingere il proprio cuore e quello degli altri al divino amore? perché non esercitarsi in buone e sante letture, in devote preghiere e meditazioni? Ah, si faccia sentire la santa pace di Dio nel nostro cuore, per profittare del tempo che Egli ci lascia a disposizione, onde guadagnarci la felicità eterna.

 

– 16 –

Ricordate che il Signore, invitandovi a sollevarlo nei Suoi Poverelli, non vuole alimentare la vostra vana gloria e la vostra superbia, ma vi ha prescelto a tanta gloria per farvi apprezzare la povertà, l’umiltà, la purità, la carità, e farvi modello di ogni virtù cristiana, eredi del Suo spirito, come gli ultimi e gl’infimi della famiglia, solleciti solo d’accumular tesori per il cielo.

 

– 17 –

Voi invece pensate a tante cose … vi angustiate di mille altre, vi fate sempre più intolleranti, meno ubbidienti, più pretensiosi …
Non agitate il vostro cuore circa molte cose; una cosa sola è necessaria: amare Dio! Non siate dunque solleciti di quello che serve o servirà al vostro vestire o al vostro mangiare; cercate prima il regno di Dio, e tutte queste cose l’avrete per di più.

 

– 18 –

Non abbiate altro esempio dianzi agli occhi che quello di Gesù, nostra salvezza. Imprendete a imitarlo con la pratica dei Suoi insegnamenti, frequentate i Sacramenti, vivete d’ubbidienza, lavorate al Suo santo servizio, e vi farete santi, e godrete la Sua pace.

 

– 19 –

Per le vostre sofferenze e il vostro lavoro, potreste guadagnare, ogni giorno, tesori di vita eterna. Perché torturate il vostro spirito con mille apprensioni della fantasia, che tolgono la dirittura alle vostre azioni, e i sciano dal retto sentiero? Gettatevi nella braccia di Gesù Cristo, inebriatevi della Sua carità e gusterete quanto è soave la pace del Signore.

 

– 20 –

Rendi sempre più pure le tue intenzioni nel divino servizio, distruggendo ogni tarlo che viene dall’amor proprio, dalla gelosia, dalle emulazioni, dall’interessi. Sii lieto d’impegnare le tue forze e di donar la tua vita per servire Dio e salvare le anime.

 

– 21 –

Esercita la pazienza in tutte le contrarietà, e offrile umilmente a Dio, in remissione delle tue colpe e di quelle del mondo intero … Tutto quello che fai, fallo per carità, lasciandoti guidare mansuetamente dall’ubbidienza, che fa meritevole di vita eterna ogni menoma tua azione.

 

– 22 –

Perché il tuo lavoro riesca fruttuoso e meritorio, deve essere eseguito non per abitudine o necessità, ma con fede e carità; altrimenti quando il Padrone verrà a cercare i frutti, non troverà che foglie, e pronunzierà contro di te la sentenza, data contro l’albero infruttuoso.

 

– 23 –

La Bontà infinita, che volle lasciarci in sospensione circa l’ora e il momento, in cui dobbiamo comparire alla Sua terribile presenza, ci avvisa di tenerci sempre ben disposti, perché la morte verrà quando meno ce l’aspettiamo.

 

– 24 –

Persuadiamoci che siamo sempre nelle mani di Dio, e che si può morire in ogni momento. È Dio che dispone della nostra vita e della nostra morte, e questa ci è vicina in ogni tempo …
Il Signore ha misurato i nostri giorni, e la morte nostra arriverà quando Dio l’ha segnata.

 

– 25 –

Iddio ci dà una bella occasione per la nostra santificazione: ci fa sentire la Sua voce ammonitrice: Estote parati; siate preparati! …
Come abbiamo profittato delle Sue grazie? … Quale uso abbiamo fatto dei doni di Dio? …
Una buona confessione e una santa comunione bastano per assicurare la nostra eterna salute. Pensiamoci un po’ seriamente!

 

– 26 –

Un atto di buon volere attira tutte le misericordie di Dio, e rinnova la creatura nell’essere più accettevole e avventuroso … Rinnoviamo i migliori proponimenti, fatti con l’aiuto del Signore; serviamolo con ogni impegno, con ogni diligenza, alacrità e umiltà, … preghiamolo acciò non accada che, mentre sentiamo zelo per le altrui anime, trascuriamo la nostra. Perché, rinati tutti nella carità di Gesù Cristo, possiamo scambievolmente aiutaci e guadagnare alle nostre povere anime la vita eterna.

 

– 27 –

Immaginiamo di essere sempre sul punto di morire, e operiamo come se l’azione che siamo per compire sia l’ultima della nostra vita.
Tutto per Gesù! Ecco il programma della nostra vita. Osserviamolo in tutte le sue parti e in tutte le congiunture, vivendo di un solo spirito con Lui e partecipando allo stesso amore, nel vincolo della divina carità.

 

– 28 –

Quante misericordie ci ha usato il Signore! … Egli ci ha sempre custodito per Sé, ad onta della nostra naturale indocilità e dei raggirosi labirinti della nostra ragione, aderente più al proprio che al divino volere.
Lungi da noi l’impetuoso soffio dell’ira del demonio, nemico delle anime nostre, che trasporta con la sua bufera infernale ogni dono di Dio.
Costi Dio quanto vuole, non è mai caro! … Si perda tutto, ma non si perda Dio.

 

– 29 –

Ascoltate la più lieta novella! Gesù Cristo ha trionfato per noi, nella nostra carne, di tutti i nostri nemici e, pieno di gloria nell’onnipotenza del Suo completo trionfo, tutti oggi li soggetta ai Suoi piedi, e li rende Suoi schiavi, per dominare su di loro pacificamente. Questa sola norma Egli c’inculca: Viver di fede nell’ardore della Sua carità! Godiamo con Lui e non usciamo dai confini che ci ha assegnato.

 

– 30 –

E gradite questi miei paterni auguri: Dio vi ha naturalmente disposti alla virtù …, e mal s’avviserebbe chi volesse mettere, con prudenza umana, limiti alle divine operazioni della grazia; pertanto vi auguro che:
Sia come il mare quieto la profondità e l’immensità della pace del Signore, nel vostro cuore.
Sia salda come roccia la vostra imperturbabile perseveranza, in ogni opera buona.
Sia come incendio in perfetta combustione la carità, che investe e ravviva sempre il vostro cuore con novello spirito.
Sia semplice come colomba la purità della vostra anima, per la rettitudine continua in cercar sempre la gloria di Dio.
Siate astuti come il serpente, nella prudente scelta dei mezzi, al compimento delle opere del Signore.
Siate onnipotenti come il Signore, per la perfetta unione alla Sua adorabile volontà.
Siate sempre pieni di giustizia e di verità, vivendo costantemente di fede.
Sia grande il vostro coraggio, quanto la speranza nel divino aiuto, per trionfare degli ostacoli, che si frappongono alle opere di Dio.
E lavorate con amore e retta intenzione, per raccogliere la palma, che il Signore riserva alle anime fedeli.
E così sia!